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I Cefalopodi

cefalopodi

( immagine: www.naturamediterraneo.com )

I Cefalopodi sono una classe che appartiene al tipo dei "Molluschi", comprende circa 400 specie. Sono molto numerosi i fossili riguardanti specie classificabili come appartenenti ai cefalopodi; questo fatto sta ad indicare che la classe appare, da un punto di vista evolutivo, in via di estinzione, in quanto il numero delle specie va diminuendo.
La maggior parte dei cefalopodi ha perso molte delle caratteristiche generali dei molluschi, fra le quali la conchiglia, quasi sempre assente o ridottissima, e le abitudini sedentarie. La classe si è evoluta verso un tipo di vita attiva e predatoria, che implica la necessità di una maggior rapidità e coordinazione nei movimenti. Proprio a partire da questa via evolutiva così diversa da quella imboccata dalle altre classi del phylum è possibile comprendere il significato di alcune modificazioni ed adattamenti funzionali rimarchevoli e di grande portata. E' interessante seguire, ad esempio, l'evoluzione della conchiglia utilizzando i reperti fossili. Le specie più antiche, ormai estinte, possedevano tutte una conchiglia esterna, probabilmente conica all'origine, spiralizzatasi in seguito come nel ben noto caso delle ammoniti.
Proseguendo nella scala evolutiva, si assiste ad una progressiva perdita di importanza della conchiglia, che per delle specie che si stanno differenziando in una direzione prevalentemente predatoria rappresenta un impaccio notevole. Si giunge così alla definizione delle specie attuali, come ad esempio la seppia , nella quale la conchiglia è ridotta ad una lamella calcarea, o il calamaro, che presenta solo una sottile lamina cartilaginea a forma di piuma d'uccello. Il polpo ha perduto ogni forma di conchiglia mentre il nautilus, unica eccezione fra le specie viventi, conserva una conchiglia spiralizzata, piana, dalla struttura complessa articolata in camere, che costituiscono un vero e proprio sistema a volume variabile per l'equilibrio in ambiente acquatico a diverse pressioni. Parallelamente alla progressiva involuzione della conchiglia è avvenuta tutta una serie di modificazioni riguardanti l'apparato muscolare e la forma stessa del corpo de mollusco.
La funzione di protezione, venuta a mancare a causa della scomparsa della conchiglia calcarea, è stata assunta dal mantello, divenuto più robusto e muscoloso; sono comparse appendici atte al nuoto e alla presa, chiamate tentacoli o braccia. Il numero delle appendici permette di distinguere due grandi sottoclassi, i Decapodi e gli Octopodi. L'adattamento al nuoto veloce, determinato dalle abitudini sempre più spiccatamente predatorie della classe, ha favorito la selezione di forme più idrodinamiche: il corpo si è fatto allungato, sviluppandosi in misura maggiore lungo uno degli assi.
La locomozione veloce è stata ottenuta elaborando un vero e proprio sistema a reazione: l'acqua viene aspirata nella cavità palleale tramite l'azione di particolari muscoli; altri fasci muscolari si contraggono poi, causando la violenta espulsione dell'acqua da una stretta apertura, l'imbuto. L'acqua, proiettata velocemente in una direzione fornisce una spinta al corpo dell'animale in direzione contraria; è in questo modo che le seppie realizzano il loro tipico movimento guizzante, a scatti. Uno sviluppo così marcato dell'apparato muscolare implica il perfezionamento del sistema nervoso, deputato al controllo ed alla coordinazione. La rete nervosa dei cefalopodi è spesso complessa, molto di più di quella di altri molluschi di caratteristiche paragonabili.
I Cefalopodi posseggono, fra gli invertebrati, il sistema nervoso più simile, per tipo e disposizione dei gangli, a quello tipico dei vertebrati.
Nel polpo si è persino evoluta una formazione cartilaginea, che assume le funzioni di scatola cranica. Collegati al sistema nervoso sono gli organi di senso, che nei cefalopodi raggiungono gradi di complessità veramente notevoli per degli invertebrati. L'organo della vista nel polpo, ad esempio, comprende una membrana trasparente, una lente regolabile per la messa a fuoco per mezzo di muscoli particolari, una retina con cellule recettive a forma di bastoncello.
La somiglianza con l'occhio di un vertebrato è notevole.

fonte: tratto da www.zoologia-animali.com

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